the worst day of my journey

È capitato anche questo, vivere il momento peggiore del viaggio.

L’ho vissuto quando mi sono trovato da solo per molto tempo, in realtà non così tanto, ma troppo per quanto riguarda il mio modo di vivere.

Mi sono reso conto che non riesco a stare a lungo da solo senza interagire con altre persone, ho continuamente bisogno di essere coinvolto in situazioni nuove di conoscere nuova gente di uscire dalla routine e vorrei sempre essere a mille.

Durante una lunga tratta nel bel mezzo del deserto ho sperimentato la solitudine vera con molte ore alla giuda del mio furgone senza parlare con nessuno nemmeno al telefono. 

Stare in quella situazione per me è significato allontanarmi da tutto e tutti e non sentire più la connessione con quello che più mi era caro. Non è che questo sia accaduto esattamente solo in quel momento ma in quei giorni tutto si è amplificato in maniera piuttosto importante e mi sono uscite quelle considerazioni che fanno parte del viaggio ovvero le conseguenze della scelta di partire per un viaggio di questo tipo.

Quello che ho vissuto in quei giorni di Novembre 2017, avevo deciso di raccontarlo in un video che ho montato immediatamente, ma poi non l’ho pubblicato perché non me la sentivo ed ho deciso di farlo quando il viaggio sarebbe arrivato verso la fine per non far sembrare che quelle parole suonassero come un grido di aiuto, perché di fatto proprio non lo erano ma erano e sono solo raccontare quello che mi è accaduto dentro, durante i meravigliosi momenti passati in viaggio.

Rafting in Fiji

Unexpected Party

Surfing Cloudbreak is amazing

My first Tattoo

My Christmas in Byron Bay

The logo on my van

Australia

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Singapore

La città di Singapore è sempre stata una meta da visitare durante un viaggio,  ma solo se di passaggio non ho mai pensato di andarci per volerla visitare o volerla vivere in qualche modo particolare. Questa è stata proprio l’occasione per vederla mentre ero di passaggio.

Le aspettative che avevo sono state superate abbondantemente, la città mi è piaciuta un sacco! È stato bello vedere quanto sia pulita e quanto sia ben organizzata è proprio un’isola felice piena di luci colori e palazzi mozzafiato!Ci sono parchi di un verde rigoglioso da fare invidia alle foreste tropicali, pieni di fiori coloratissimi che vogliono a tutti costi farsi guardare.

L’architettura è stata studiata nel minimo dettaglio ed i palazzi più eleganti fanno bella mostra di sé intorno alla baia e durante la serata si accendono di luci coloratissime che giocano con gli zampilli d’acqua a tempo di musica. Anche i 18 alberi artificiali della Bay South Garden, alti fino a 50 mt, che sembrano usciti dal film Avatar, si divertono a giocare con le luci fluorescenti danzando a tempo di musica creando uno spettacolo indimenticabile.

Non è solo questa la città ma è anche tantissimo street food nei vari quartieri in particolare quello di Chinatown che ha una via completamente dedicata al cibo di strada con un sacco di baracchine, posizionate al centro della via, che non vengono mai rimosse ma sono diventate l’attrazione principale di quel quartiere. Mangiare in quella strada è una vera e propria esperienza da fare a Singapore, si possono scegliere tutti i tipi di cibo tipico cinese e assaporarlo seduti ai tavoli posizionati alla meno peggio nei posti disponibili, lasciando uno stretto passaggio per il flusso di persone alla ricerca del piatto migliore da scegliere o semplicemente per curiosare ed annusare i profumi del cibo proveniente da quelle cucine.

Una città che carica di energia positiva e di voglia di vederne le bellezze di ogni suo angolo soprattutto quelli più nascosti.

Around Bali

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Sono tornato dopo un anno nelle spiagge di Bali e rivederle è stata una emozione speciale.

La prima tappa era a sud di Bali dieci giorni nella zona di Uluwatu. Ripercorrendo quelle strade mi sono sentito subito a casa in ogni momento sapevo dove stavo andando.Ritornare in quel paradiso mi ha riempito di gioia e un piacere immenso ha percorso il mio corpo di brividi. Sono subito tornato nella spiaggia di Dreamland, che ha lasciato in me una memoria speciale, l’ultima onda surfata lo scorso anno. Ricordo ancora quel take off ed la breve surfata in parete…niente di strabiliante, ma per me quel take off è stato anche il più bello di tutta la vacanza ed eccolo che è arrivato proprio in quell’ultima onda. Me ne sono andato con quel meraviglioso ricordo impresso nella mente e già in me era scoppiato il desiderio di tornare al più presto.

Avevo deciso di rimanere a Bali più di un mese e per questo era necessario acquistare la tavola che mi avrebbe accompagnato tutto quel tempo. La cosa da decidere era che tipo di tavola devo comprare…. misure volume shape… ho deciso di osare un pochino e prendere una tavola che fosse impegnativa per le mie capacità ma sarebbe stato il motivo per impegnarmi a migliorare. Trovata la tavola 6.1 da 33 lt con uno shape di quelli che ti fanno sentire un surfista, era arrivato il momento di mettersi in gioco ed affrontare le onde. Dreamland era immensa grossissimi close out, impossibili da gestire per me ma nessun problema andiamo a farsi frullare…e così è stato, più che una surfata è stata una centrifugata, ma anche questo è il prezzo da pagare per imparare a conoscere le onde. Ho surfato in tutte le altre spiagge, Padang Padang, Blangan, Bingin, Impossible, ma l’unica che non ho voluto affrontare è Uluwatu, li il rischio di farsi molto male è elevato,  per il reef che non lascia possibilità di errore… è il mio viaggio e lo voglio continuare senza cicatrici…

Quando sei a Bali una visita ad Ubud non può mancare e visto che lo scorso anno, l’avevo saltata mi sono convinto ad andare a vedere che posto fosse!! Da Uluwatu via verso Ubud… risultato, ho fatto la scelta giusta lo scorso anno, non ho trovato nulla di così interessante da vedere o da vivere in quel luogo, così finto e commerciale.

Tappa successiva è stata l’isola di Lombok rinomata per le spiagge il trekking sul vulcano e le bellissime spiagge. Ma la cosa che mi interessava di più era riuscire a surfare in quegli spot così tanto gettonati Gerupuk, Mawi e Desert Point. Ho surfato solo a Mawi, una bella onda consistente e non troppo difficile, immersa in una meravigliosa baia circondata da verdi collinette e dei massi di roccia che escono prepotenti dal mare.

Una tappa alle isole Gili non può certo mancare e le spiagge bianche di Gili Air mi hanno veramente conquistato Una visita quando ci si trova a Bali deve essere programmata, ne vale la pena.

Canggu era il posto da tenere come ultima tappa dove rimanere più tempo, ed è li che mi sono divertito a surfare tutti i giorni nelle spiagge di Berawa, Batu Bolong (Old Mans) ed Eco Beach. Ma spostandomi un pochino, qualche uscita l’ho fatta nella spiaggia di Kedungun.

Prima della partenza verso la destinazione successiva ho deciso di provare a surfare a Medewi una spiaggia a due ore di moto da Canggu che sicuramente ne vale la pena di vedere e sopratutto surfare per la meravigliosa ed infinita sinistra, che quando è bella la puoi surfare per 500mt.

Alla fine Bali rimane sempre una tappa per il surf immensamente bella, peccato che in questa occasione abbia un pò tradito le mie aspettative, forse troppo alte, e lo lascio con in bocca un sapore dolce amaro….

Sicuramente mi rivedrà e speriamo che la prossima volta,  lasciandola quel sapore sia solo dolce.

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